Introduzione
L'anime Kamisama ni natta Hi (The Day i became a God) e un anime del 2020 prodotto dallo studio P.A. Works, scritto da Jun Maeda, cofondatore dello studio di videogiochi Key, celebre per capolavori come Clannad e Angel beats! e noto per le sue storie emotive e toccanti. L'anime rappresenta una collaborazione tra Key, Aniplex e P.A. Works, un trio che ha già dato vita a opere indimenticabili.
Questa opera si inserisce nel genere drammatico-fantasy con eventi soprannaturali e romantici, posizionandosi inizialmente come un anime leggero, con trama abbastanza semplice e con uno stile divertente e spensierato per poi svelare una parte più profonda e commovente. In soli 12 episodi, l'anime affronta temi molto importanti come la famiglia, il senso della vita e l'accettazione del destino, lasciando un segno emotivo nello spettatore.
Trama e storia principale
La ruota attorno ai due principali protagonisti dell'opera ovvero Yota Narukami, un normale studente delle superiori, e Hina Sato, una strana ragazza che afferma di essere un dio omminescente. Hina predice che il mondo finirà tra 30 giorni e decide di trascorrere l'ultimo tempo rimasto insieme a Yota, rivoluzionando la sua vita quotidiana.
La trama appare abbastanza semplice e facile da seguire, ma a man mano che si procederà avanti con l'arrivo della fine del mondo si scoprono sempre più cose riguardanti Hina, che sconvolgeranno totalmente la visione originale dell'anime, arrivando a un finale commovente e triste per certi tratti.
Grafica e animazioni
Lo studio P.A. Works ha realizzato un comparto visivo di altissima qualità. Le animazioni sono fluide e ricche di dettagli, con particolare attenzione agli sfondi, che risultano vividi e molto colorati. Le espressioni dei personaggi sono ben curate e non si notano particolari discrepanze nei vari episodi di cambiamenti facciali da far rendere male l'anime. La palette di colori affrontata cambia da scena a scena in modo di far immergere lo spettatore pienamente nella scena.
Profondità della storia
Il punto di forza dell'opera e che riesce ad alternare i momenti di gioia e vivacità con poi passare a riflessioni profonde. Nonostante l'inizio possa far illudere di una storia abbastanza tranquilla e molto leggera, illudendo lo stesso spettatore, riesce a farsi riscattare e fare spazio mostrando temi importanti come la paura della perdita, il significato dei legami e l'accettazione delle proprie fragilità.
Valore e messaggio
Uno dei messaggi più importanti e belli dell'anime e la riflessione sulla percezione della disabilità. L'anime costruisce questo tema attraverso il personaggio di Hina: all'inizio, ci viene presentata come una ragazza piena di vitalità e dal carattere eccentrico, tanto che sarebbe impensabile associala a qualsiasi tipo di disabilità. Tuttavia quando la sua condizione viene svelata nella seconda metà dell'anime, emerge come quella stessa Hina non sia cambiata affatto. La sua essenza, il suo carattere e i suoi sogni rimangono identici.
L'opera sottolinea come la disabilità viene spesso percepita dalla società come un elemento che separa o rende ''diverso'' un individuo, quando in realtà e solo una condizione che non altera ciò che rende una persona unica. Attraverso il percorso di Hina, l'anime mostra che, senza i preconcetti sociali, una persona con disabilità sarebbe vista per ciò che è: un essere umano come tutti gli altri.
Questo confronto diretto tra la ''Hina normale'' e la ''Hina Disabile'' vuole fare riflettere su quanto le barriere che creiamo siano artificiali, invitandoci a guardare oltre le apparenze e a vedere come le persone per come quelle che sono realmente. É un messaggio profondo che mira a sensibilizzare su un tema ancora poco compreso nella nostra società.
Opening ed Ending
La comprensione di ogni brano e soggettiva per ciò mostrerò il mio personale parere.
Ammetto dire che l'opening (Kimi to Iu Shinwa) all'inizio può sembrare piuttosto neutra e simile a tante altre opening a livello musicale, ma sentendola meglio più volte a me e iniziata a piacere particolarmente, anche di più rispetto alla ending (Goodbye Seven Seas) che in ugual modo e bella e ben composta, ma non raggiunge il livello della opening, al contrario invece per la ending dell'episodio finale (Takaramono ni natta hi) che e a dir poco bellissima, per realizzarla hanno usato la stessa composizione melodica del brano dell'episodio dove Hina doveva comporre un brano al piano, per far fare colpo Youta a Izanami, ma con il testo aggiunto. Mentre a livello artistico-visivo sia l'opening che l'ending sono state fatte meticolosamente, l'opening descrive visivamente la parte gioiosa e dei ricordi della storia mostrando le giornate di estate passate tra Yota e Hina insieme ai loro amici, mentre l'ending mostra l'algoritmo del processore di Hina dove vagava tra un ipotetico calcolo o scenario simulato che le permettevano di prevedere certe situazioni.
Domande a dettagli poco chiari
Hina e davvero una ''Dea''?
Durante la prima parte dell'anime, Hina afferma di essere una divinità onnisciente, ma con il progredire della storia scopriamo che la sua ''onniscenza'' e dovuta all'accesso di un infinita di informazioni ottenute da un sistema informatico avanzato. Questo solleva una domanda: Hina si percepisce davvero come una dea, oppure il suo atteggiamento è un modo per mascherare la consapevolezza della propria condizione? Forse il ruolo di ''Odino'' rappresenta una fuga dalla realtà, un modo per vivere quei 30 giorni con spensieratezza e significato.
Il finale: speranza o malinconia?
La conclusione dell'anime è volutamente ambigua. Anche se Yota rimane al fianco di Hina, non e chiaro se lei riuscirà mai a riprendersi completamente o se la sua vita sarà segnata dalle sue limitazioni. Questo finale invita a riflettere: è più importante ''il come si vive'' o ''il come si è''? Forse l'anime vuole sottolineare che la vera felicita risiede nel vivere ogni momento con chi amiamo, indipendente dalle difficoltà.
Perché Hina decide di avvicinarsi proprio a Yota?
E chiaro che Hina vuole passare gli ultimi suoi giorni accanto a qualcuno che le dia felicità, ma perché scegliere Yota? Certo, suo nonno le aveva detto di andare a farsi ospitare dalla famiglia di Yota quando lui non ci sarebbe stato più, ma perché quindi proprio lui e non i suoi genitori o Sora? É solo una scelta casuale, oppure Hina aveva visto un qualcosa di particolare in lui?
Che significato ha il film che Sora ha voluto creare con l'aiuto di Yota e Hina?
La creazione del film è inizialmente progetto del club di Sora, ma assume un ruolo più profondo. Potrebbe rappresentare il desiderio di lasciare un segno, un’eredità di ricordi da custodire anche dopo che Hina riscontrerà la sua disabilità. Forse il film e una metafora per il modo in cui tutti noi desideriamo essere ricordati: non per le nostre debolezze o difficoltà, ma per i momenti di gioia e di pienezza che abbiamo vissuto.
Quanto e reale l'onniscienza di Hina?
Anche dopo aver scoperto che le "predizioni" di Hina derivano da un sistema informatico, non tutto è chiaro. Come fa a predire con tanta precisione certi eventi futuri? È solo il frutto di un calcolo statistico avanzato, oppure c'è davvero un elemento divino nella sua capacità di vedere ciò che gli altri non riescono a cogliere? Forse l’anime gioca con questa ambiguità per sottolineare che la conoscenza, in qualsiasi forma, può essere sia un dono che un peso.
Valutazione
L'anime kamisama ni Natta Hi e indubbiamente un opera d'arte. I messaggi che vuole trasmettere, la componente drammatica e il cambiamento improvviso nella percezione della trama rendono questa opera davvero unica, distinguendola da tutte le altre opere realizzate dallo stesso Jun Maeda. Personalmente, questo anime mi ha tenuto attaccato allo schermo, facendomi anche commuovere. Per questo la mia valutazione non può che essere un bel 9 su 10.